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La moda sta nel cinema, come il cinema sta nella moda

Quanto hanno timidamente comunicato, quanto intensamente, altresì, dettato dei veri e propri Dictact”, seguiti e imitati prima dagli amatori, poi dai cinofili e poi da tutti.

I costumisti, gli stilisti e gli stylist, hanno esposto la loro visione di costruzione di un personaggio, vestendolo, coprendolo, pensando che quel determinato indumento, cappotto, giacca o calzatura, desse all’attrice o all’attore in questione, un certo carattere piuttosto che un altro.

Il cinema ha interagito con la moda esattamente come la moda ha interagito col cinema. Tendenze nelle passerelle hanno tratto ispirazione dal grande schermo e viceversa.

Non ci sarebbe stato nell’immaginario collettivo un “American Gigolò”, così come lo ricordano tutti, Richard Gere se non fosse stato vestito dai magnifici completi di Giorgio Armani, eclatante dimostrazione di grande incidenza tra moda e cinema.

Ma possiamo spaziare dall’iconica mise di Olivia Newton John in Grease, che tutt’oggi è imitata e ispira costumi di carnevale indossati da tutti, alla più recente, relativamente, Carrie, impersonata da Sarah Jessica Parker, in Sex and the city, che di anno in anno, di stagione in stagione ha dettato delle vere tendenze limitandosi prima al piccolo schermo, poi al cinema, per opera della costumista Patricia Field capace di dare un carattere alle protagoniste attraverso il loro vestire, sempre più fondamentale, fino a diventare icona di un costume per una magnitudine di seguaci, pronte a imitare, amare e elogiare Carrie e le sue amiche, con i loro look che calzavano a pennello con le personalità che rappresentavano nella serie.

Se il cinema veste l’anima, la moda si occupa dell’aspetto esteriore, ma indissolubilmente i due aspetti camminano di pari passo, perché, anche nella vita reale quello che appariamo è ciò che siamo, o per lo meno quello che vogliamo far apparire, ma comunque ha un potere identitario e per questo nel cinema, dietro ad ogni indumento c’è un’intenzione ben precisa.

Ogni vestito, pantalone, maglietta messo addosso ad un attore o attrice, viene scelto con accuratezza tra mille altri e la ragione sta nel fatto che anche questi apportano moltissimo alla storia.

A volte la moda ha preso ispirazione dal grande schermo, dalle dive e dai personaggi che le storie narrate hanno generato, lasciando comunque esso protagonista, altre volte, come più sempre accade, il cinema diventa strumento della moda, diventando promulgatore del messaggio che uno o l’altro stilista vuole comunicare.

I nuovi strumenti di comunicazione, dalle piattaforme streaming, ai social, alle fan page, alle campagne virali che fanno oggi molto più spessore e conseguentemente risultato a livello di visibilità e guadagni successivi.

I brand della moda oggi, non guardano tanto più alla comunicazione legata all’incasso finalizzato a quella o quell’altra collezione, ma bensì a una rappresentazione della propria filosofia atta a fidelizzare il cliente che si rispecchierà con uno un altro brand e al messaggio che ha scelto di divulgare.

Oggi, anche spinti dalla recente pandemia, gli stilisti hanno dovuto rappresentare le loro collezioni mediante soluzioni alternative, che non coinvolgevano un pubblico in presenza, ma solo virtuale.

Questo, sebbene nato da una situazione assolutamente nefasta, ha confermato e dato sempre più incidenza al Fashion Film, che già in passato aveva firmato un legame forte e significativo con la regia cinematografica più influente, quale Buz Luhrman (Chanel), David Lynch (Dior), Ridley Scott (Prada), Wes Anderson (Prada), Roman Polanski (Prada) che costruiscono per loro dialoghi brillanti e scenari di grande maestria, declinati nelle loro forme stilistiche più tipiche e che adesso ne vede i giorni più floridi e un futuro sempre più affermato e di tendenza.

Il Fashion Film oggi non è un prodotto finalizzato alla vendita e alla fidelizzazione del cliente che visualizza e apprende le qualità o fattezze di un prodotto, bensì il messaggio e i significati che mediante una campagna mediatica il brand di moda vuole condividere e trasmettere.

Prova di questa nuova realtà è la sfilata di Prada donna S/S 2023, che con la semplicità, apparente, degli abiti, si manifesta la situazione socio economica attuale, in continuo peggioramento, rappresentata da outfit che strizzano l’occhio ai cappotti Hitchcockiani color pistacchio o rosa o le ciglia xxl che ricordavano Arancia Meccanica.

In definitiva la vita crea storie e il cinema crea icone.

by Lydia Cavaliere, edit by Giovanna Repossi

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