Bollicine Italiane
Ogni vino è un viaggio, una scoperta, un incontro, ci pone domande, sollecita risposte, stimola la nostra conoscenza, anche se non possediamo le abilità tecniche per capirlo fino in fondo. Non ci tratta con supponenza e non ci pone limiti, è bonario, democratico, partecipativo, vuole solamente conoscerci e per farlo ci guida alla sua essenza, invitandoci a incontrare chi ne è stato l’artefice, il vignaiolo. E il viaggio si fa più articolato, si colora di storie e vicende di famiglie impegnate da generazioni in un progetto, un’idea, un sogno, spesso originato dalla sussistenza, che poi diventa avventura alla quale ognuno infonde il suo personalissimo contributo, secondo attitudini. Una tradizione italica così radicata nei secoli quella del vino, da generare una curiosità senza precedenti nei globetrotter del gusto di ogni epoca. Per Paolo Monelli il vino era una faccenda di orgoglio nazionale, una sfida da vincere: “…bisogna imparare a fare il vino, a farlo bene e a farlo rispettare.” Per Mario Soldati il vino e il vignaiolo vivono un rapporto indissolubile: “Una identificazione, una immedesimazione per sempre inscindibile tra la persona e il vino, come tra alcuni artisti molto spontanei e la loro opera”. Per Gianni Brera il vino era inclusivo, conviviale, rivelatore, ma aveva le sue regole: “Da come tratta la bottiglia, prima e durante la mescita, induci la cultura enoica del tuo ospite. Molta gente crede che bastino i quattrini per bere bene: si può bere anche male con vino ottimo.” C’è qualcosa di speciale che lega il vino all’uomo, racconta nel 1998 Luigi Veronelli nella pubblicazione Ex-Vinis: “
Il vino scandisce i momenti più importanti della nostra vita e non di rado sono le bollicine ad essere in primo piano. “Negli anni ’80, Veronelli pubblicava il catalogo “Spumanti&Champagne” – ci riferisce Gian Arturo Rota, accanto a Luigi Veronelli per vent’anni, nel ruolo di direttore della casa editrice e della Guida Ristoranti e oggi Curatore dell’archivio Veronelli e Counselor professionista –. Sul piano numerico, sono superiori i secondi (305) ai primi (45). Tuttavia, nel titolo è contenuta appieno la sua idea sugli spumanti italiani: se ben curati, in vigna e in cantina, non temono confronto con gli Champagne”. Oggi una guida di questo tipo avrebbe equilibri molto diversi, il comparto vitivinicolo italiano degli spumanti negli ultimi anni ha fatto passi da gigante e dalle Alpi alla Sicilia gli amanti delle ‘bolle’ non hanno che l’imbarazzo della scelta. Cosa berremo dunque nel 2022? Quali sono le bollicine italiane ritenute più interessanti dai raffinati palati italiani? Lo abbiamo chiesto ad alcuni tra i più qualificati sommelier della Penisola, che ci svelano ciò che berranno nel 2022. Prosit!
EROS TEBONI
“SOMMELIER BEST OF THE WORLD WSA 2018”
“Il vino è ricordo, memoria, ma anche socialità e incontro. Ad ogni bottiglia è legato un momento unico e irripetibile che ci accompagna, fa parte di noi e della nostra storia”.
Zero 140 Pianeta Marte – Alta Langa 2008 Enrico Serafino. Una Riserva Pas Dosé Metodo Classico, tra le più importanti e significative dell’Alta Langa piemontese, punta di diamante della spumantistica italiana.
I 140 mesi di permanenza sui lieviti le conferiscono le più classiche ed autoctone note espressive della Langa. Eleganza, sapidità, mineralità, profondità, insieme alla parte di frutta presente, si fondono in un mix straordinario dal perlage finissimo.
Un brut fine, complesso, estremamente piacevole, che rivela struttura, corpo e grande versatilità, tanto da poter essere scelto sia come grande vino da meditazione, che a tutto pasto.
Casa Caterina But Nature Cuvèè 60. Il gioiello dei fratelli Del Bono, nasce senza aderire al Consorzio Franciacorta, in totale libertà di pensiero.
Un brut che rimane 60 mesi sui lieviti, dalla notevole intensità e bevibilità, una bollicina da ogni giorno che è capace di esprimere grande soddisfazione alla bevuta, piacevolezza e rotondità.
STEFANIA RUGGERI
MAÎTRE SOMMELIER HOTEL EDEN – ROMA
“Quando penso al vino penso al sentimento di unione che genera. Il vino per me è condivisione di esperienze, racconti, convivialità, scoperta di territori e viaggi indimenticabili”.
La Palazzola Riesling. Il Sig. Grilli incarna tutto quello che il mondo del vino deve offrire. Ti parla per ore raccontandoti l’origine della sua passione, i suoi metodi di produzione con una competenza e semplicità disarmante. La cantina è ubicata vicino Terni, in collina in mezzo a una zona davvero defilata, difficile trovarla se non guidati, la località si chiama Vascigliano di Stroncone. Il produttore dispone di una grande collezione di annate pregresse con evoluzioni interessanti ed è un cultore del metodo ancestrale.
Il loro prodotto più significativo è il riesling metodo classico brut La Palazzola, per niente banale, risultato di una sosta di 40 mesi sui lieviti (indigeni) ottima complessità e richiami alla frutta secca, in perfetto accordo col periodo festivo.
Last but not least, prezzi abbordabilissimi per una gamma di prodotti veramente interessante! Sempre per una questione affettiva e per valorizzazione di un territorio che mi da tantissimo a livello di emozioni, premierei le langhe con Alta Langa di Ettore Germano. Un DOCG extra brut a base di Pinot nero e Chardonnay, ben fatto, elegante e gastronomico, versatile nell’abbinamento e coerente con l’aspettativa e il territorio.
Uno spumante che accontenta sia il palato esigente che il poco esperto. Anche Sergio Germano ha tanta competenza da condividere e uno spirito da vignerons che potrebbe far innamorare del vino chiunque.
…Continua
By Luca Bonacini