La sequenza di Fibonacci come capricci erotici
L'artista Piccaia usa la sequenza di Fibonacci come capricci erotici
Giorgio Piccaia vive e lavora ad Agrate Conturbia in provincia di Novara. Per inquadrare l’artista è indispensabile ripercorrere alcune delle numerose tappe del processo di formazione che lo hanno condotto a diventare un personaggio davvero interessante nel panorama italiano.
Nato a Ginevra, studente in architettura e in particolare di Corrado Levi a Milano, negli anni Ottanta è performer, editore e attivista nel gruppo teatrale di Jerzy Grotowski. Ci sono diversi modi di giungere alla pittura, Piccaia ha certamente scelto quello meno tradizionale e più eclettico, costruito su solide basi culturali e profonde interrogazioni. Nonostante la sua vena ipercontemporanea, nel linguaggio di Piccaia ritornano spesso parole che si rifanno alla tradizione classica: il logos, atto primario della conoscenza, sapienza, bellezza, forza, termini che sono celati, nascosti sotto la trama della sua pittura come fonti di ispirazione non dichiarate eppure sempre presenti.
Pur muovendosi tra installazioni e interventi tridimensionali, Giorgio Piccaia sente il bisogno, l’esigenza, la necessità periodica di tornare alla pittura dentro la dimensione del quadro. Un quadro costruito da trama, disegno, impronta, impreziosito da interventi polimaterici in grovigli che dimostrano come l’ispirazione desunta dall’informale astratto non abbia assolutamente finito la propria corsa. Rifiutando immagini troppo frontali, in un tempo dove l’abuso dell’icona è sotto gli occhi di tutti, Piccaia reinventa la pittura come uno spazio per pensare. Là dove il pensiero corrisponde alla libertà. Luca Beatrice – curatore e critico d’arte.
Attualmente sta ampliando il progetto Piccaia. Omaggio a Fibonacci usando i numeri della sequenza come capricci con opere su carta, tela e sculture, promosso dall’Associazione Container Lab.
“… Questo ingegno universale (Fibonacci ndr), amato e utilizzato dagli umanisti ma anche dagli studiosi di ogni tempo, non poteva non sollecitare la vena creativa di un artista attento e sensibile alla dimensione della Totalità.
Attratto dalla potenza del numero e stimolato dalla sequenza di Fibonacci, gli ha dedicato una serie di grandi tele ad olio, di acrilici su papiro e di sculture in cui il numero si fonde con il colore e con la materia. E in cui il piccolo e il grande sembrano dare corpo alla convinzione di Fibonacci per cui il piccolo e il grande sono la medesima cosa vista, solamente, in una diversa prospettiva numerica.
Parallelamente, il gioco simbolico dei colori, come l’oro, il bianco, il nero, il blu o il verde, accostati ai numeri rendono, perfettamente, quella sintesi del tutto nel tutto che esprime la Totalità. E che la rende comprensibile anche in questo nostro tempo. Un tempo di povertà che solo l’arte può redimere”. Claudio Bonvecchio filosofo
“In una civiltà, la nostra, dove il vizio e il piacere sono considerati peccati, io uso i numeri della famosa sequenza come fossero dei capricci erotici pennellandoli, curvandoli e spalmando il colore sulla tela, sulla carta e sul plexiglass”.
Giorgio Piccaia
by Giovanna Repossi