Massimo Zonari, l’artista Posh
Il suo percorso artistico è una continua evoluzione, da una fervida mente che ama divorare, sentire e vivere la vita, la sperimentazione non può che essere il pane di cui si ciba quotidianamente.
Ho sempre creduto che i pittori debbano avere momenti di crisi, nei quali un rifiuto verso tele e colori sia fisiologico, mi sono dovuta ricredere! Massimo mi conferma che il suo amore per la pittura non ha mai subito cali di desiderio, mi sa che è l’eccezione che conferma la regola.
Si appassiona ai murales e all’affresco, tecnica che predilige perché difficilissima, ma non disdegna il legno, il lenzuolo, la tela o la decorazione di arredamenti, a cui dona nuova vita.
Artista poliedrico e innovatore, Massimo è colore nell’animo, nel suo modo di vivere e nei pensieri.
Sono stata sua ospite a Codigoro, dove vive attualmente in trepida attesa di ritornare nella sua seconda patria, la Spagna.
Quando sono entrata ho avuto l’impressione di essere nella casa/ studio di Pablo Picasso, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, a Mougins.
Sono entrata in una grande tela dipinta, incompleta. Guizzi di murales, quadri e cornici a terra, pennelli nelle stanze studio, coltre di lenzuola con capolavori dipinti, porte decorate e quadri in ogni stanza.
Non so se definire il suo espressionismo un grido, ho percepito un’onda energetica fortissima, di difficile contenimento.
Massimo riproduce la sua voracità attraverso i colori e solo chi è in grado di vedere tutti i lati di un cubo può comprendere il suo animo. Esiste un occhio per vedere dentro la parte sensibile dell’essere e uno esterno che contempla la realizzazione dell’opera. I più vedono solo la parte materiale di un sentire esplosivo, feroce e provocatorio.
Per quanto si possa definire un privilegiato, abitando nell’aperta campagna del ferrarese, Massimo durante il lockdown ha espresso la sua rabbia dipingendo.
Finite le tele, le ha rovesciate, ha consumato tutti i vasetti di colori e ha pensato di lasciare un messaggio visibile ai passanti dipingendo un totem, ricavato da un albero in giardino, diventato simbolo di forza e di coraggio per la terribile situazione che abbiamo vissuto. Gli chiedo, mentre sorseggiamo un caffè, cosa prova mentre dipinge.
“Entra in gioco una forza brutale, vivo le tele camminandoci sopra, quasi fossi un tutt’uno, in simbiosi con la mia creatività. Eseguo tratti guidato da emozioni contrastanti che spingono per uscire fuori, è pazzesco ma difficile da spiegare.”
C’è un cliché ricorrente nelle sue opere: la donna. Si intravede dissociata, mesciata, scomposta in ogni opera che realizza. Ricopre un ruolo simbolico, appartenente all’arte nei secoli e essenza ispiratrice, musa per Zonari.
Gli chiedo chi è il suo cliente ideale e senza mezzi termini mi risponde:
“Stronzo, ricco, eccentrico e intelligente, forse mi deve assomigliare!”
Onorata di averlo conosciuto e come centinaia di stronzi, ricchi, eccentrici e intelligenti mi sono innamorata delle sue opere. Scopri chi è sbirciando sul suo sito massimozonari.com meglio ancora se lo incontri, l’emozione non ha voce, solo grandi occhi per ammirare le opere di questo artista contemporaneo e devo ammetterlo, straordinariamente stronzo, anche se io preferisco chiamarlo POSH.
By Stefania Zilio